Nuova recensione per UPSET. Giornale della Musica | Giugno

In Italia viaggiano progetti musicali meno noti di altri, spesso meno visibili e altri media (anche per i limiti del sistema dell’informazione musicale in Italia, e il suo concentrarsi esclusivamente su determinati generi), ma che seguono le vie di una musica fresca e creativa. Uno di  questi è il duo fra Paolo Rocca e Fiore Benigni. Il primo, clarinettista, è stato attivo con Acquaragia Drom e Ambrogio Sparagna, e come direttore musicale dell’ensemble di Moni Ovadia; il secondo è a tutti gli effetti uno di quei “giovani turchi” dell’organetto diatonico (con Filippo Gambetta, Simone Bottasso e altri) che stanno reinventando lo strumento in Italia con idee, strumenti e tecniche innovative.

L’incontro fra le diverse ance dà vita ad una piccola orchestra che basterebbe a sé, ma che su disco si impreziosisce ulteriormente grazie ad apparizioni di amici musicisti: l’Out di Ziad Trabelsi, le percussioni di Paolo Modugno, la voce di Lucilla Galeazzi e Moni Ovadia – quest’ultima protagonista dell’incalzante “Debka dor / B’ libi” fra i momenti migliori del disco. Le composizioni momenti d’autore, a firma ora di Rocca ora di Benigni, e omaggi a Satie (“Gnossiene n.1) e alla canzone romana (“Te possino da’ tante cortellate”) fino a Bach… Musiche del mondo,  senza confini né di spazio né di era.

JT